STORIE DI NASI- L’Accademia del Profumo intervista Nathalie Lorson e Firmenich

ACCADEMIA DEL PROFUMO

STORIE DI NASI

Nathalie Lorson e Firmenich

La sensibilità e la perseveranza sono le caratteristiche del lavoro di Nathalie Lorson, creatrice di profumi di successo per la casa essenziera Firmenich. Generosa per natura, le sue creazioni nascono dallo scambio di idee, in una costante ricerca di esprimere e condividere le emozioni. Nonostante la lunga e ricca carriera, non ama molto i riflettori; trae maggior piacere dal riconoscere uno dei profumi da lei creati su un’altra donna che ha scelto quella fragranza e l’ha fatta propria. “Il mio obiettivo è di mettermi in sintonia con le persone. Solitamente creo una fragranza per qualcuno in particolare. Mi sento come un autore che si cela dietro le proprie parole …”

 

Creazioni
Black Opium YSL (in collaborazione con M. Salamagne, O. Cresp, H. Blanc), 2014
Versace Eros pour Femme, 2014
Gucci Première, 2012
Trussardi Donna, 2011
Moschino Forever, 2011
Encre Noir Lalique, 2006
Bulgari Pour Femme, 1994

 

Intervista a Nathalie Lorson, in occasione della consegna del riconoscimento Accademia del Profumo 2015
La sensibilità e la perseveranza sono le caratteristiche del lavoro di Nathalie Lorson, creatrice di profumi di successo per la casa essenziera Firmenich. Generosa per natura, le sue creazioni nascono dallo scambio di idee, in una costante ricerca di esprimere e condividere le emozioni. Nonostante la lunga e ricca carriera, non ama molto i riflettori; trae maggior piacere dal riconoscere uno dei profumi da lei creati su un’altra donna che ha scelto quella fragranza e l’ha fatta propria. “Il mio obiettivo è di mettermi in sintonia con le persone. Solitamente creo una fragranza per qualcuno in particolare. Mi sento come un autore che si cela dietro le proprie parole …”

Cos’è, secondo lei, il profumo nella vita delle persone?
Il profumo è prima di tutto un piacere e ognuno trova il suo. Sottolinea la personalità, apporta raffinatezza e offre agli altri una precisa immagine di sé. Esalta la propria creatività e le proprie aspirazioni, aumentando la sicurezza di sé o apportando benessere o glamour. E’ un accessorio di bellezza che dà valore.

Qual è stato il momento nella sua vita nel quale ha capito che voleva intraprendere la carriera di creatrice di profumi? Esiste un profumo che ha dato inizio al suo percorso?
Sono cresciuta a Grasse con un padre che lavorava nell’industria della profumeria. E’ stato quindi naturale per me rivolgermi a questa professione. Portavo Anaïs Anaïs e Loulou di Cacharel. Negli anni ’80 la tendenza era per i profumi sexy e con molto carattere. Questo mi ha segnato.

Se ripensa alle sue prime creazioni, quali differenze trova con i profumi che sviluppa ora?
La mia prima creazione in profumeria alcolica fu il profumo Romeo Gigli, alla fine degli anni ’80. Una nota fiorita, fresca. Ovviamente tutto si evolve, il mondo intorno a te e tu con lui. Il mercato si muove e le tendenze lo stesso. I miei 35 anni di esperienza nella professione mi hanno permesso di avere a che fare con stili, scritture e marchi differenti. Questa professione è come un costume teatrale, ogni volta ci si infila quello di un altro personaggio. A mio parere il grande interesse per un profumiere è fare cose diverse, esplorare continuamente territori nuovi.

Come inizia a comporre un profumo? Da quali situazioni è più ispirata?
Prima di tutto è necessario avere un’idea in mente. La formula viene dopo. Con l’idea precisa di quello che si vuole fare è poi possibile sfaccettare, cesellare. La tecnica interviene in questa fase, al servizio dell’idea creativa. Tutto mi ispira: le nuove materie prime, un twist particolare, dei colori e prima di tutto l’universo del marchio. Questo è il mio punto di riferimento. Anche i miei interlocutori contano molto, io sono al loro ascolto e al loro servizio. Questo intreccio di informazioni costituisce il fondo della mia tela. Mi considero come una traduttrice, che sta sempre un passo indietro.

Come lo stile dello scrittore, anche in profumeria esiste una “cifra olfattiva”, qual è la sua? Ha degli ingredienti preferiti per creare un profumo?
Credo di sì, anche se non ne ho coscienza. Ognuno ha il suo stile, il suo modo, la sua scrittura. Personalmente amo lavorare tutti i tipi di note, è interessante spingersi oltre i propri limiti per riuscire a superarsi. Ho un filo di Arianna che mi porta da una scoperta in uno sviluppo a un’idea per un altro. Come un nastro senza fine, dove tutto si collega e si arricchisce man mano. Si fanno delle esperienze e questo genera esperienza. Tutto serve per il futuro. L’idea è quella di cercare ogni volta di fare cose nuove. Come uno chef o un pianista. Non ho ingredienti preferiti, cerco di non limitarmi. Mi piace esplorare e scoprire.